Recensioni - Mutamenti Maggio 2012

 
 
Fulgori dall'Abisso
Fulgori dall'Abisso - Maurizio Cavallo (Jhlos)
 
L’universo implicito di Maurizio Cavallo

È uscito di recente per i tipi di Verdechiaro Fulgori dall’Abisso, terza opera di Maurizio Cavallo, (Jhlos). Come nei precedenti Alle Sorgenti del Tempo e Oltre il Cielo, anche in queste pagine Maurizio ci descrive una tappa del viaggio alla scoperta di una realtà invisibile cui gli è stato concesso il difficile privilegio di accedere in seguito alla ben nota abduction.

Il clariano Suell gli è ancora guida, ma solo per un breve tratto del terribile percorso che, attraverso paesaggi di volta in volta opprimenti o meravigliosi, lo porterà a riconoscere come tempo e spazio siano illusori e come ciò che l’uomo comune crede la realtà non sia altro che il velo dipinto dietro il quale si cela qualcosa di assai più complesso, misterioso, affascinante e terribile.

Leggere il libro di Maurizio Cavallo mi ha richiamato irresistibilmente alla mente la famosa immagine di Camille Flammarion, in cui il saggio getta uno sguardo oltre l’orizzonte limitato del cielo notturno per scoprire altre stelle e altri mondi.

Se alcuni dei temi trattati nelle pagine di Fulgori dall’Abisso sono quelli noti agli occultisti, come il Re del Mondo, la Terra Cava, o Shamballa, la realtà rivelata dall’Autore è al tempo stesso più remota e più vicina al nostro mondo.

Addentrandoci nel racconto e seguendo il protagonista nel suo errare tra varie dimensioni esistenti contemporaneamente l’una accanto all’altra, scopriamo un universo molteplice, un multiverso, o una realtà implicita - per usare i termini cari al fisico David Bohm - le cui dimensioni si dispiegano di fronte a colui la cui frequenza vibratoria sa adattarsi a quella dei luoghi visitati.

Che senso ha parlare di Terra cava? Si chiede Maurizio con graffiante ironia. Non è in qualche anfratto della crosta terrestre così come appare ai nostri sensi limitati che troveremo la reggia del Re del Mondo. Questo luogo, né mitico né simbolico, giace nelle pieghe di un altro petalo della rosa che metaforicamente rappresenta il multiverso. Perciò tutti i viaggi di esplorazione dei territori himalayani sono inutili. Anche chi casualmente sfiorasse uno dei portali dimensionali presenti nella nostra realtà quotidiana, non potrebbe mai varcarlo senza un invito venuto da altrove.

Ma il privilegio di scoprire ciò che si cela nelle pieghe del tempo e dello spazio va pagato con la perdita di ogni punto di riferimento e con un doloroso disincanto nei confronti di tutte le teorie filosofiche, scientifiche e di tutti i dogmi religiosi vigenti nel nostro mondo. L’autore di Fulgori dall’Abisso ha scoperto molto presto la terribile solitudine cui è condannato colui che torna dietro il velo dopo aver ammirato altri orizzonti.

Se il sapere acquisito da Jhlos a così caro prezzo ha fatto sparire dal suo animo le rassicuranti certezze legate alla personalità con la sua vita, il suo passato e il suo futuro (ogni traccia di me e di mio), l’esperienza lo ha liberato dal timore della morte. L’Ade non è se non il perdurare del sogno di falsa realtà di cui presto l’umanità si dovrà liberare per recuperare quel terzo serpente, quella elica di DNA di cui i creatori l’hanno saggiamente privata in passato perché contiene il segreto dell’immortalità.
 
Florinda Balli
Mutamenti : http://mutamento.wordpress.com/2012/05/